Un anno! Un anno di Pandemia mondiale. Un anno in cui siamo cambiati. Abbiamo dovuto modificare i nostri comportamenti, le nostre abitudini, la nostra socialità. Diverse emozioni ci hanno attraversato. Adesso, stiamo affrontando quella che definiscono come un’ultima fase, il vaccino è arrivato e tra qualche mese, se tutto va bene, potremmo raggiungere l’immunità. Come affrontare quest’ultima fase? Faccio prima una premessa. Parliamo di Analisi Transazionale.

In Analisi Transazionale, ideata da Eric Berne, uno dei concetti cardine è quello che riguarda gli Stati dell’Io.

La struttura della personalità, viene scomposta in tre parti: Genitore, Adulto, Bambino.

Lo Stato dell’io Genitore è definito come un insieme di comportamenti, emozioni, pensieri introiettati da genitori o figure importanti di accudimento.

Lo Stato dell’Io Adulto è definito come comportamenti, emozioni e pensieri che sono una risposta diretta al Qui ed Ora.

Lo Stato dell’io Bambino è definito come pensieri, comportamenti ed emozioni che sono riproposti dalla nostra infanzia.

Per semplificare possiamo dire che quando la nostra energia mentale, scorre nello stato dell’io Genitore noi stiamo agendo come qualche figura di riferimento della nostra infanzia, probabilmente ci possiamo ritrovare a parlare o comportarci come facevano i nostri genitori, gli insegnanti. Siamo normativi e possiamo tendere al giudizio su noi stessi e sugli altri.

Quando invece è attivo lo stato dell’io Adulto possiamo dare una giusta valutazione a quello che ci sta succedendo nel momento attuale, siamo riflessivi e riusciamo a prendere delle decisioni nel momento presente.

Quando l’energia fluisce nel Bambino ci mettiamo in contatto con la nostra parte emotiva, ci comportiamo a seconda di come le emozioni hanno influenzato ed influenzano le nostre decisioni.

Perché è utile parlare adesso di stati dell’Io?

Il momento attuale che stiamo vivendo come popolazione mondiale, dovuto alla pandemia, è molto difficile per ognuno di noi.

A seconda del nostro tipo di personalità siamo inclini a utilizzare maggiormente uno dei nostri stati dell’io.

Basta aprire qualsiasi bacheca dei social media che ci possiamo rendere conto dei giudizi e delle paure che sono attorno a noi.

Chi è nello stato dell’io Genitore, lo usa per criticare le scelte governative, per dare giudizi su “come si dovrebbe fare”, per negare addirittura il problema. C’ è chi afferma che è tutta colpa dei cinesi, chi dice che è una manovra politica. Una dei commenti che mi è capitato di leggere affermava: “dobbiamo capire che il COVID non esiste, ci devono mettere in ginocchio per governarci meglio “. Se ci soffermiamo sui verbi, notiamo che il “devo”, proprio del Genitore, fa da padrone.

C’è chi, invece, con lo stato dell’io Bambino esprime paura, rabbia, incapacitazione. Nella pratica clinica, in questo ultimo anno, abbiamo ascoltato dolori, rabbia e tante emozioni sconfortanti. Il nostro Bambino ha perso la possibilità di stare con gli altri, in modo spontaneo, di baciare ed abbracciare e se per un attimo ci fermiamo, possiamo capire quanto sia difficile bloccare e modificare la nostra spontaneità.

È sicuramente un momento che sta mettendo a dura prova la nostra capacità di usare l’Adulto.

Ma è proprio questo il punto, adesso più che mai è il momento di riuscire a stare nel Qui ed Ora. La pandemia ci ha tolto momentaneamente la capacità di pensare e progettare liberamente, di guardare al futuro. Riuscire a vivere il momento presente diventa ancora più necessario. Nell’oggi ci siamo e ci viene chiesto di proteggere noi stessi e gli altri, ma da qualche mese abbiamo riconquistato la libertà di incontrare gli amici di uscire e di tornare alle nostre attività.  È una libertà “ambivalente “perché il susseguirsi tra zone gialle, arancioni e rosse ci ha confuso e demotivato. Ci ha fatto anche arrabbiare o ribellare a seconda dei casi. Certo, è cambiato il nostro modo di essere, abbiamo le distanze, le mascherine e altre limitazioni. È facile cadere nello sconforto o nella rabbia. Ma stare in questo momento significa valutare la situazione per quella che è ed agire responsabilmente. Non vuol dire non poter provare le emozioni. Vuol dire riconoscerle ed utilizzarle per affrontare il presente. Abbiamo bisogno di un buon Genitore interno, che consoli il nostro Bambino spaventato e di un buon Adulto che ci indichi la strada da seguire.

Non possiamo progettare le vacanze? Però possiamo goderci le giornate attuali, questo richiede sforzo, perché dobbiamo al momento metterci un po’ in stand by.

Siamo cambiati, il Covid ci ha cambiati, mettiamo in campo le nostre risorse.

Quando cediamo a giudizi o sconforto, chiediamoci: di cosa ho bisogno in questo momento? E cerchiamo una risposta che non si basta su quello che possono fare gli altri per me, ma su quello che noi possiamo fare per stare al meglio con noi stessi.

La responsabilità di noi stessi e degli altri, in questa fase è ancora più importante. Allora, è il momento di “stringere ancora i denti” direbbe un buon Genitore al proprio Bambino, perché adesso siamo vicini ad un traguardo e lo sforzo darà ancora più gioia quando sarà finita.

Dopo potremo guardare quel che rimane di questa difficile avventura. Stiamo nella realtà, pur complicata che sia. Non tutto è proibito e non tutto è negativo.