Scopri come i sogni possono guidarti verso l’autorealizzazione
Da bambini sognare era naturale: bastava chiudere gli occhi per viaggiare in mondi fantastici. Crescendo, però, spesso dimentichiamo questa capacità, soffocati dalle responsabilità e dal bisogno di sicurezza. Ma sognare non è solo illusione: è una guida verso la nostra realizzazione personale. Esploriamo insieme come ritrovare questa forza per vivere una vita più autentica e appagante. Per farlo, partiamo da una esperienza comune: torniamo un momento a guardare il mondo con gli occhi genuini dell’infanzia, con gli occhi dei bambini.
Viaggiare attraverso l’Immaginazione
Quel Momento. Ore 16 del pomeriggio. Suona la campanella, segnale inconfondibile dell’inizio del divertimento. Unico scopo di fine giornata: giocare al parco e poi a casa a fare merenda e vedere i cartoni.
Ore 18 di sera. Con la pancia piena di latte e biscotti, inizia il Viaggio.
Sei sul tuo letto. I rumori esterni diventano sempre più ovattati, inizia una piacevole sensazione di distacco dalla realtà.
Libertà, Gioco e Fantasia sono gli unici abitanti di questa dimensione. L’Immaginazione.
D’un tratto i pupazzi prendono vita. Hanno una voce, un nome, una personalità. La tua stanza si trasforma, assume le sembianze di uno studio veterinario, e poi…
Click! Una pista da corsa! E ancora… Click! Lo spazio! E di nuovo… Click! Una pasticceria! Il limite è solo l’Immaginazione.
Puoi essere e diventare tutto ciò che vuoi.
L’Infanzia
L’infanzia non è tutta rosa e fiori, ovviamente. Ma è un’epoca di vita che custodisce avidamente qualcosa di prezioso. Serba un segreto potente per masticare e digerire la pelle dura e cruda della vita. La capacità di sognare.
Il Sogno Nel Cassetto
- Quale era il tuo sogno nel cassetto? Essere astronauta? O imparare a volare?
- Ripensa adesso a quel sogno, quella sensazione di libertà, di felicità incondizionata.
- Ha trovato una qualche forma, anche se piccola, nella tua vita?
Se la risposta non ti viene immediata, o se non ti ricordi il tuo sogno, non agitarti o infastidirti.
È normale.
Crescendo, continuare a tenere stretta la capacità di sognare diventa forse una delle più grandi sfide “dei grandi”.
L’esistenza di questa sfida è riconfermata anche dai dati epidemiologici sul benessere psicologico. Infatti, il livello di disagio psicologico, specie tra i più giovani è sempre più allarmante. In particolare, le nuove generazioni non riescono a immaginarsi un futuro sereno (per approfondire). In altre parole, stanno abbandonando i loro sogni.
La doccia Fredda di Realtà
La giovinezza è di certo uno dei momenti evolutivi più complessi. Si tratta infatti di un momento in cui si passa da una vita per lo più strutturata e sicura all’età “dei doveri e delle responsabilità”. Il passaggio alla vita “degli adulti”. Se per certi versi raggiungere l’indipendenza e l’autonomia potrebbe sembrare motivo di entusiasmo e di motivazione, dall’altro l’idea di crescere in un futuro che non riserva certezze, ma solo doveri e pressioni, può essere terrificante.
Sembra che di questi tempi passare all’età dei grandi, significhi silenziosamente dover “svegliarsi”. Abbandonare il letto tiepido dei sogni e della spensieratezza e fare una doccia fredda di realismo e dovere. In Analisi Transazionale chiamiamo Bambino Libero la parte di noi più spontanea, autentica, e spensierata ed è quella che guida il timone dei nostri bisogni e desideri. Mettere a tacere questa parte in certi momenti di stress o ostacoli della vita può essere fisiologico e utile alla sopravvivenza. Nel lungo termine, invece, se questa parte non viene ascoltata, diventa impossibile la costruzione di una vita degna di essere vissuta.
Vivere in Bianco e Nero o a Colori?
- Chi potrebbe mai essere felice di fronte a un futuro dipinto in bianco e nero?
A parte i nostalgici degli anni ‘90, probabilmente in pochi. Che significa oggi vivere in bianco e nero? Ecco un esempio. Se notate, quando si cominciano delle conversazioni con persone nuove, i principali argomenti di conversazione vertono sul lavoro, sulla casa, sulla famiglia. I “classici” argomenti di conversazione di conoscenza. Tuttavia, se ci fate caso, questi argomenti hanno alla base uno stesso minimo comun denominatore, ovvero il tema della stabilità, della sicurezza.
Quando conosciamo qualcuno siamo automaticamente portati ad investigare alcuni temi di base in chi si ha davanti, che hanno a che fare con la sicurezza. Questo episodio della vita quotidiana, fa riflettere su quanto sicurezza e stabilità siano stati e siano tutt’oggi capisaldi importanti nella mente umana; ciò che è diverso genera un senso di diffidenza. D’altronde discendiamo dagli animali e le coordinate della sicurezza sono sempre attive nel nostro DNA. Sono quelle che ci hanno portato fino a dove siamo oggi, cioè a sopravvivere. La parola sopravvivere viene dal latino e significa “vivere più a lungo di altre persone.” Questo processo evoluzionistico legato alla ricerca di sicurezza ha quindi a che fare con la quantità di anni che trascorriamo su questa Terra e non con la qualità di questo tempo, per quanto ne rappresenti comunque un presupposto essenziale. Limitarsi a guardare alla quantità di tempo, ovvero solo alla sicurezza, può rappresentare una visione parziale della vita, una visione in bianco e nero, perché non tiene conto della qualità, delle sfumature, dei colori. Del vivere.
La Piramide dei Bisogni
Adesso guardiamo la sicurezza da una prospettiva più finemente psicologica oltre che evoluzionistica. Lo psicologo Abraham Maslow ha unito questi due filoni, creando una piramide dei bisogni. Per Maslow ognuno di noi ha dei bisogni che possono essere descritti in una piramide. Questa piramide vede alla base i bisogni “evolutivi” quelli più fisiologici e basici. Questi hanno a che vedere coi bisogni legati ad esempio alla nutrizione, al dormire, alla sicurezza, e salendo, si arriva ai bisogni più sofisticati, psicologici, non legati solo al sopravvivere ma al vivere. Un esempio è il bisogno di riconoscimento sociale ed intimità, fino ad arrivare alla cima della piramide, dove troviamo il bisogno di autorealizzazione. I bisogni più alti della piramide possono essere realizzati solo una volta che quelli basici sono stati soddisfatti.
Perché parlare di Maslow in tema di sogni? Perché l’autorealizzazione ha strettamente a che vedere con la capacità di sognare. E a volte questo bisogno può entrare in conflitto con la parte del nostro cervello più animale e antico, che ricerca sicurezza.
Sicurezza e Libertà: gli Opposti si Attraggono?
Se ci fate caso, bisogno di sicurezza e autorealizzazione sono esattamente agli opposti nella piramide di Maslow. Sono quindi due bisogni opposti tra di loro? Prendiamo un esempio. Guidare non è sicuro. Basta dare un’occhiata alle statistiche di incidenti per sapere che è ovvio. Eppure, è una prassi comune. Quando guidiamo, non contattiamo costantemente il senso di panico e il pericolo ogni volta che saliamo in macchina. Se il nostro cervello animale che punta a sopravvivere si attivasse continuamente, probabilmente rimarremmo murati in casa, al sicuro, ma a scapito della libertà di muoverci e vivere in autonomia, quindi di una buona qualità di vita e questo genererebbe sofferenza. Quindi, in un certo senso e come se avessimo imparato a “ingannare” inconsciamente il nostro cervello animale, per coltivare il bisogno più sofisticato di libertà. Non pensiamo al pericolo, pensiamo che è normale, che lo fanno tutti e magari ci piace anche viaggiare con la nostra musica preferita. Come vedete quindi libertà e sicurezza sono inversamente proporzionali. Al calare di uno aumenta l’altro e viceversa. Più ho sicurezza e meno ho libertà, più ho libertà e meno ho sicurezza.
E quindi come si fa?
La sfida personale per ciascuno è capire come miscelare le giuste dosi di sicurezza e libertà per avere un cocktail equilibrato nella propria vita, non troppo dolce e non troppo amaro. Non troppo sicura ma neanche troppo pericolosa. Il misurino di questi ingredienti è… indovinate? I propri sogni.
I tuoi sogni danno la misura di libertà e sicurezza necessari nella tua vita.
Detto in gergo più comune, il sogno rappresenta la bussola per capire quanto si voglia uscire dalla propria comfort zone. La libertà di autodeterminarsi inizia esattamente nel punto in cui si perde un po’ di sicurezza e si sperimenta quel pizzico di ignoto e paura, e quindi di incertezza. Di rischio.
Sognare è una Illusione, Devi Essere Realista!
Se digitiamo su internet la parola sognare, noterete tre principali definizioni.
- ritenere possibili cose irrealizzabili, illudersi, sperare inutilmente
- rappresentarsi come reale con la fantasia ciò che si desidera liberamente.
- fenomeno psichicolegato al sonno in particolare alla fase REM.
Soffermiamoci sulle prime due. Nel primo caso Sognare è sinonimo di Illusione. In questo caso significa ingannare la mente, rifugiarsi in una immaginazione che non è aderente a realtà. Questa definizione porta con sé l’implicito che sogno e realtà siano due binari paralleli destinati a non incontrarsi mai. “Raccontarsi una realtà che non esiste”.
Se guardiamo la seconda definizione, inizia a essere diverso. La realtà e il sogno trovano un posto accanto in prima fila nel cinema della vita. In questo caso significa proiettare se stessi in un futuro in cui le proprie inclinazioni e passioni possono essere realizzate.
Il Valore del Sogno in AT
Se ci soffermiamo ora sulla terza definizione, ha di certo una connotazione più fisiologica. Il sogno è un fenomeno studiato da molte discipline per il suo fascino e per la sua complessità. La psicologia si è sempre interrogata su cosa fosse il sogno e il suo significato, basti pensare al libro sulla Interpretazione dei sogni di Freud. Secondo i recenti studi psicologici, il sogno consente a molte persone di “bypassare” il filtro del giudizio, degli stereotipi culturali e del conformismo. Questo permette di uscire dall’adattamento a credenze esterne a sé e di entrare in contatto diretto con i propri bisogni, nudi e crudi. Anche l’Analisi Transazionale si è interrogata molto sul significato e sull’utilizzo dei sogni nella stanza di terapia e sono emersi risultati estremamente interessanti. Come afferma infatti Anna Emanuela Tangolo, nel libro Analisi Transazionale dei sogni, “per l’Analisi Transazionale oggi il sogno non è più solo la “via regia all’inconscio” (Freud,1900-1953), ma anche, in se stesso, una preziosa attività mentale di problem solving.” (Per approfondire il tema del sogno nella relazione terapeutica in AT, vedi Analisi Transazionale dei sogni : Tangolo, Anna Emanuela, Vignozzi, Francesca: Amazon.it: Libri). Il sogno quindi, sia da un punto di vista psicologico, che fisiologico, è tutt’altro che illusione, rappresenta la porta di accesso verso la realizzazione personale.
Se Puoi Sognarlo Puoi Farlo
Fino ad ora abbiamo parlato del sogno in termini psicologici, fisiologici ed evoluzionistici. Abbiamo visto come rappresenti uno strumento verso l’autorealizzazione e non solo una mera illusione. Seguendo questo flusso di pensiero, non possiamo non prendere in considerazione l’aspetto culturale. Qui entra in campo il pioniere della realizzazione dei sogni: Walt Disney. Ciò che colpisce è che le generazioni “Baby Boomer e le generazioni Y”, ovvero quelle nate tra gli anni 60-90, sono cresciute nella piena epoca dei sogni, l’epoca del “se puoi sognarlo puoi farlo”!
Eppure, sono quelli che sognano di meno. Com’è possibile? La risposta in parte trova terreno fertile nella credenza implicita più recente e forte del “sogno come pura illusione”.
Walt Disney è una delle prove viventi della fallacia di questa credenza. Una prova vivente della seconda definizione di sogno. È stato tutt’altro che una persona che si è rifugiata in una illusione. Ha saputo essere un grande sognatore perché prima di tutto è stato un grande imprenditore: pratico, realista, determinato, con una spiccata fiducia nei propri valori. Ha guardato la vita dritta in faccia, senza esitare di fronte alle difficoltà. Ciò che fa di Walt Disney un pioniere è che ha intuito che la vita non è facile, ma è più semplice se la rendi tua. Qui possiamo quindi focalizzare un ingrediente essenziale che distingue sogno e illusione. Il passare all’azione. Per sognare, la praticità, il realismo, la determinazione e il passaggio all’azione sono colori essenziali della tavolozza. Sennò rimane davvero una illusione, come una visione di un’oasi in un deserto.
L’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare
- Avere dei sogni non è facile.
Arriva sempre il momento in cui questi vanno confrontati con la realtà (appunto l’età adulta) e trasformarli, evolverli considerando gli ostacoli della vita. Tuttavia, abbandonarli in partenza senza neanche provarci è un’altra questione. Significa rinunciare a una parte di sè e prendere parte ad un processo di omologazione.
“Tutti fanno così, allora sarà la strada giusta.”
Ma giusta per chi?
Questa è la domanda di fronte a cui molti si arrendono, deviano e si rifugiano nella illusione che tutto sia sotto loro volontà e controllo. Il primo passo per sognare è avere il coraggio di guardare in faccia la realtà. Sto inseguendo la strada giusta per me? Se soffri d’ansia, non dormi, sei sempre stressato, il tuo corpo urla time out e la tua mente gioca a Snake nel labirinto cerebrale dei pensieri senza via d’uscita, allora forse la risposta è no. Accettare il no è il secondo passo verso la costruzione del tuo sogno.
Non ci sono più le mezze stagioni
Le nuove generazioni sentono dai “più navigati” tanti preconcetti sulla vita, alcuni ancora attuali, altri veri se contestualizzati alle epoche di origine. A partire dall’andamento delle stagioni, sino ad arrivare a come vivere la vita. Rispetto a questa ultima, spesso i giovani si sentono costretti ad arrendersi senza neanche averci provato. “Perché tanto dicono che è difficile”. “Meglio medicina perché così trovo lavoro. No, il musicista no perché non dà sbocchi lavorativi.”
Qui torna la stretta morsa della sicurezza. Allora probabilmente è questo il punto. Vivere non è facile, ma non lo è mai stato, in nessuna epoca. Ogni epoca ha le sue sfide, per quanto le une diverse dalle altre. L’epoca di Walt Disney, ad esempio, era costellata da guerre mondiali e povertà. Quindi, le parole “facile” e “vita” non sempre si prendono la mano, possiamo darlo per assodato. Ma è diverso per la parola semplice. A volte la vita è meno complicata di quel che sembra. Ciò che spesso complica, è la percezione di dover seguire solo una direzione. Se questa direzione ti piace, nessun problema, ma se non calza su di te, arrivano i problemi. Avete mai provato a indossare un vestito due taglie più piccole della vostra? Ci stavate comodi? Pensate a doverlo fare per il resto della vostra vita.
Allora, qual è il punto? Il punto è la libertà di poter scegliere.
Per poterlo fare è necessario sapere che c’è sempre più di una strada. Ecco il primo bivio: Vivere rinunciando in partenza alle proprie inclinazioni o provarci? La prima opzione dà sicurezza, la seconda dà libertà. La realtà è la seguente: l’unica persona che dovrà convivere con le scelte che prenderai, sei tu. Qualsiasi decisione prenderai, comunque ci sarà il rischio di sbagliare, perché sei umano. Non sei un robot. Siamo sopravvissuti grazie al meccanismo della scoperta per prove ed errori, sennò a quest’ora non esisteremmo. Quindi, presupponendo che sbagliare è umano e quindi inevitabile, la questione è: sbagliare seguendo le scelte sicure o sbagliare seguendo semplicemente le tue scelte? Non c’è una risposta universale a queste domande, e il punto non è neanche avere la risposta “giusta”. Il punto è non aver paura di farsi delle domande. Se non te le fai, non scegli! Ti limiti a seguire un flusso senza sapere dove stai andando. Stai nel vestito stretto di due taglie meno, quando a pochi metri potresti andarti a prendere la tua taglia.
L’Ikigai
- Avete mai sentito parlare del concetto di Ikigai?
Ci viene in soccorso di fronte a certe domande esistenziali. Si tratta di un concetto della filosofia orientale, sempre più diffuso in occidente, che sta a intendere “il motivo per cui sono al mondo”. Ciò per cui per me vale la pena esistere, il senso della mia esistenza. Si tratta di un concetto difficile da tradurre nella mente occidentale, ma che ha un grosso potere, perché si interroga su un importante presupposto, cioè ciò che dà senso alle giornate vissute sulla terra. Se ti sembra un concetto troppo grande o troppo astratto, allora probabilmente è proprio arrivato il momento di iniziare a porti questa domanda.
Cosa dà un senso alle tue giornate?
Secondo l’Ikigai, questa risposta deve unire quattro elementi fondamentali:
- ciò che ti appassiona
- ciò in cui sei bravo
- ciò per cui puoi essere pagato
- ciò di cui il mondo ha bisogno
Ciò che si trova al centro di queste quattro dimensioni, rappresenta il tuo Ikigai. Ciò per cui ti svegli al mattino. Ad esempio, se la mia passione è la musica, mi pagano come musicista, sono bravo in questo e allieto le persone durante i miei concerti, ecco che sono una persona che ha trovato il suo senso di vivere. Per altri potrebbe essere stare nella natura, o ancora prendersi cura della famiglia. È estremamente personale e cambia e si evolve nel corso della vita. Iniziare a chiedersi cosa c’è per te al centro di queste quattro dimensioni, è il punto di partenza per diventare un sognatore e uscire dalle illusioni, dall’immaginazione e dall’omologazione. Trovare soluzioni nuove e creative per disegnare la tua unica e personale strada di vita.
Far Succedere le Cose
Come afferma lo scrittore e psicoterapeuta Luca Mazzucchelli, vivere una vita di successo, in fin dei conti, che significa? Significa far succedere ciò che è importante per te. Non per la cultura in cui vivi o per la tua famiglia. Significa vivere una vita coerente coi tuoi valori, una volta riconosciuti.
Sarà più complicato? Può darsi. Anche se più che parlare di complicato sarebbe più opportuno parlare di complesso. Il termine complicato possiamo ricondurlo all’immagine di un imbuto. Dall’apertura più larga si scende verso una sempre più stretta, che stringe. Parlare di complesso significa rovesciare l’imbuto. Dal vedere solo una strettoia, metaforicamente quindi vedere solo una direzione, si va verso l’apertura a più possibilità.
Per completare il senso della metafora, dal vedere solo una strada, rovesciare l’imbuto significa prendere consapevolezza che il ventaglio di variabili e opzioni si amplia. Adottare una visione complessa e non complicata della vita, significa assaporarla nella sua totalità. Non avere solo una visione centrale, ma anche periferica. Questo implica poter vedere la realtà non solo attraverso la strada preconfezionata dalla cultura o dai pregiudizi, che si vede dal fondo dell’imbuto.
Non vi dà un senso di sollievo questo cambio di prospettiva? Non lo trovate più semplice? Sia chiaro, non significa facile. Come abbiamo detto pocanzi, non lo è stato, non lo è e non lo sarà mai. Perché è la vita.
Quello che è certo è che, se rovesci l’imbuto sarà un po’ più semplice, proprio come quando eri bambino.
Perché sarà
la tua strada,
il tuo futuro,
il tuo sogno.
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Bibliografia
- Analisi Transazionale dei sogni : Tangolo, Anna Emanuela, Vignozzi, Francesca: Amazon.it: Libri).
- Ikigai: Il metodo giapponese. Trovare il senso della vita per essere felici : Lemke, Bettina: Amazon.it: Libri
- Piramide di Maslow – Wikipedia
- Walt Disney – Wikipedia
Autrice: Silvia Izzo https://www.performatsalute.it/professionista/silvia-izzo/