“Ogni volta che una donna lotta per sé stessa, lotta per tutte le donne”. Maya Angelou

Il 25 novembre è dedicato alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un momento cruciale per riflettere su una delle problematiche più gravi e pervasive della nostra società. Questa questione trascende confini e culture, alimentando indignazione e protesta ovunque. Un significativo simbolo di questa lotta è rappresentato dalla morte di Masha Amini, la giovane iraniana arrestata e brutalmente picchiata dalla polizia morale nel settembre 2022. La sua tragica scomparsa ha innescato una mobilitazione senza precedenti in Iran, dove donne e giovani continuano a ribellarsi al regime con lo slogan curdo “Donna, vita, libertà”.

 

La disobbedienza come strumento di lotta

Recenti proteste hanno visto protagoniste figure come Ahou Daryaei, conosciuta come la “ragazza dell’università”, che ha manifestato la sua disobbedienza alle restrizioni imposte sul corpo femminile, camminando in intimo nel piazzale dell’Università Azad di Teheran. Questo gesto audace, stigmatizzato dalla polizia morale come segno di disturbi psichiatrici, è invece simbolo di una società che non accetta di essere silenziata. Le manifestazioni di queste giovani, che tagliano i capelli, bruciano il velo e danzano liberamente, rappresentano non solo atti di ribellione personale, ma anche un richiamo all’attenzione sulle ingiustizie e le restrizioni che molte donne affrontano sotto regimi oppressivi, urlando il loro desiderio di libertà e autodeterminazione, spesso a costo di enormi sacrifici personali.

 

Un’eco globale di solidarietà

L’attivismo femminile sta diventando sempre più visibile in tutto il mondo, e il canto di “Bella Ciao” da parte delle donne afghane quest’estate ha ulteriormente sottolineato il legame tra le lotte delle donne in diverse nazioni. Questi atti di protesta e di espressione artistica servono a ispirare e unire le donne, non solo in Iran e Afghanistan, ma in tutto il mondo, nella lotta per la libertà e i diritti fondamentali.

 

Arte e attivismo come veicolo di cambiamento

Le immagini e i murales di Ahou Daryaei che rapidamente si sono diffusi, così come altri esempi di arte e attivismo, stanno contribuendo a diffondere un messaggio chiaro: la lotta per i diritti delle donne è un tema globale che richiede attenzione e azione. L’eroismo di chi si espone personalmente per promuovere la libertà crea una rete di supporto e solidarietà internazionale, fondamentale nella lotta contro l’oppressione.

 

La violenza di genere: un’emergenza globale

Va anche ribadito e sottolineato che il problema della violenza sulle donne è un tema globale, secondo i dati delle Nazioni Unite, ogni anno 87.000 donne vengono uccise nel mondo, e molte di queste tragedie avvengono per mano di partner intimi. Inoltre, le stime indicano che una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. In Italia, secondo l’ISTAT, nel 2020 circa il 31,5% delle donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni ha subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Questo dato mette in evidenza la gravità del problema e la necessità di interventi mirati per la prevenzione e il supporto delle vittime.

Per via del grande riverbero mediatico, uno dei casi più rappresentativi di violenza di genere in Italia, negli ultimi anni, è quello di Giulia Cecchettin, una giovane di 21 anni uccisa nel 2022 a Treviso. La sua morte ha scosso profondamente l’opinione pubblica, richiamando l’attenzione sulla crescente emergenza della violenza contro le donne. Giulia, studentessa universitaria, ha visto la sua vita spezzata in un atto di brutale violenza perpetrato dal uomo con cui aveva avuto una relazione.

Il caso di Giulia ha sollevato un dibattito nazionale riguardo alle misure protettive disponibili per le donne in situazione di rischio. Secondo un rapporto del Ministero delle Pari Opportunità, oltre il 70% delle vittime non denuncia mai l’aggressione subita, a causa di fattori come la paura di ritorsioni e la mancanza di fiducia nelle istituzioni.

Le violenze di genere hanno ripercussioni significative non solo sulle vittime, ma su tutta la società, contribuendo a perpetuare un ciclo di paura e sfiducia. Ricerche condotte da organizzazioni come D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza) dimostrano che il 50% delle donne che hanno subito violenze presenta sintomi di depressione e ansia.

 

La risposta dello Stato: tra progressi e sfide ancora aperte

La risposta dello Stato italiano a questi fenomeni è stata diversificata, con programmi di sensibilizzazione e supporto alle vittime. Tuttavia, appare evidente che sono necessarie strategie più incisive. L’adozione della Convenzione di Istanbul ha rappresentato un passo importante, ma l’attuazione pratica delle politiche di prevenzione e protezione resta cruciale.

 

Un’opportunità per sensibilizzare e agire a livello globale

La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne rappresenta un’importante opportunità per mettere in luce queste questioni e generare consapevolezza. È il momento di unire le forze, sia a livello locale che globale, per sostenere le riforme necessarie a proteggere i diritti delle donne e prevenire la violenza di genere. Ogni azione, grande o piccola, contribuisce a costruire un futuro in cui donne come Masha Amini, Giulia Cecchettin e Ahou Daryaei possano vivere libere dalla paura.

 

Un impegno collettivo per un futuro senza violenza

Nel commemorare questa giornata, è fondamentale, quindi, riconoscere la lotta delle donne nel mondo, sottolineando la necessità di un impegno collettivo e duraturo contro la violenza di genere e per i diritti delle donne. Solo così potremo sperare in un mondo più giusto ed eguale. È cruciale costruire una società in cui nessuna donna debba più temere di essere impotente di fronte ad  atti di violenza decisamente inammissibili.

 

Gabriella Magistro

Riferimenti

  1. ISTAT. (2021). *La Violenza di Genere in Italia – Rapporto 2020*.
  2. Ministero delle Pari Opportunità. (2022). *La Violenza di Genere in Italia – Rapporto*.
  3. D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza). (2022). *Rapporto annuale sulla violenza di genere*.
  4. Nazioni Unite. (2021). *Report on Violence Against Women*.